La Croce Rossa nacque dai campi di battaglia, dall’orrore generato dalle cruente cariche della battaglia di Solferino nel 1859. Per l’intuizione di persone illuminate venne creata e regolamentata, secondo sette principi che ancora rimangono validi e condivisi. Nel 1866, nella terza guerra d’indipendenza, la Croce Rossa Italiana era operativa sul campo di battaglia, raccogliendo e curando i feriti e dando sepoltura alle vittime.
E’ da questo momento che il Corpo Militare entra nel suo ruolo ed è da questo punto che inizia la mostra “Soccorso umanitario ed evoluzione dell’arte sanitaria”, che ha come definizione “Il Corpo Militare della CRI dal 1866 ad oggi”, in corso a Roma, presso il complesso monumentale dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia.
L’esposizione è stata organizzata dalla ASL RM E e dal Corpo Militare, sotto la direzione del Col. Com. Roberto Orchi, responsabile dell’Ufficio Storico, e in partnership con Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.
La mostra, che fa parte delle iniziative del Centenario della prima guerra mondiale (2014/2018) ed ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica ed il patrocinio della Camera dei Deputati, è stata presentata ai giornalisti e inaugurata venerdì 14 novembre.
Sono intervenuti l’Ispettore Nazionale del Corpo Militare CRI, Magg. Gen. Gabriele Lupini, l’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie, S.lla Monica Dialuce Gambino, il Direttore Generale della ASL RM E, dott. Angelo Tanese, rappresentanti delle Forze Armate, il prof. Gianni Iacovelli, dell’Accademia di Storia dell’arte sanitaria e il dott. Marcello Visca, dirigente della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il Presidente Nazionale dell’ANMCRI, Col. Com (cgd) Giuseppe Scrofani.
La rassegna si snoda su un percorso all’interno dei cortili e delle sale dell’Ospedale. Si parte dal Chiostro del Commendatore, dove sono esposte tredici ambulanze, dalle prime, spinte a mano o ippotrainate, risalenti alla Terza guerra d’Indipendenza fino a quelle attuali protette, che supportano le missioni in corso in scenari di conflitto; e poi mezzi speciali come motoslitte, moto d’acqua e hovercraft, con pannelli descrittivi e militari vestiti dell’uniforme corrispondente al periodo storico di ciascun mezzo.
Si raggiunge l’attigua Sala Teatro Santo Spirito dove pannelli e video propongono la storia del Corpo, comprendenti anche i treni e le navi-ospedale, manichini nelle divise delle varie epoche, ricostruzioni di antiche sale di visita e cura. Proseguendo si entra nel Chiostro dei Frati, dove è stato montato un PMA, una moderna unità attendata di soccorso sanitario, con attrezzature all’avanguardia, come quello reso operativo in Piazza Risorgimento nell’occasione della santificazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. Infine, la Sala Alessandrina ospita la ricostruzione di una postazione sanitaria attendata completa, con una camera operatoria di ospedale, risalente alla Prima guerra mondiale, con relativi reperti, una rassegna fotografica e la presenza di militari del Corpo con l’uniforme dell’epoca. Quest’ultima postazione ha la naturale continuazione nel museo dell’arte sanitaria, stabilmente presente nel complesso di Santo Spirito in Sassia.
La mostra sarà aperta la pubblico fino a domenica 23, con ingresso libero, dal lunedì al venerdì (10-18) e sabato-domenica (10-21).
La ASL RM E ha accettato di buon grado l’esposizione, ha affermato il dott. Telese, per il richiamo dell’evento, e per la comune origine di aiuto ai bisognosi. La location della mostra è un ambiente cinquecentesco poco noto anche ai romani, con un’aspirazione a diventare un polo museale, non solo per l’arte sanitaria, ma per la sua intrinseca bellezza.
Il Gen. Lupini ha sottolineato l’attualità e l’adeguatezza della risposta del Corpo Militare in tutti i periodi e gli scenari in cui è stato impegnato, non ultime le emergenze migranti, l’alluvione in Liguria, di questi giorni, e la possibilità di utilizzo di dispositivi di biocontenimento per l’eventuale trattamento di infezioni, quali il virus Ebola, all’avanguardia rispetto anche a paesi ritenuti più evoluti.
S.lla Monica Dialuce Gambino ha ricordato che la Croce Rossa Italiana ha la sua genesi nel Corpo Militare e nell’abnegazione e nel sacrificio quotidiano dei volontari di questa “avanguardia” che, insieme alle Infermiere Volontarie, operano sul campo di battaglia e si preparano ed organizzano per rispondere, con tempestività e professionalità, ai conflitti ed agli scenari delle calamità naturali.
All’inaugurazione ha portato il saluto del Governo e del Ministro il Sottosegretario di Stato del Ministero della Difesa, l’on. Domenico Rossi, che ha sottolineato la storia e l’attualità del Corpo Militare, impegnato in missioni importanti, sia in ausilio alle Forze Armate che in attività di Protezione civile.
Nel contempo non ha mancato di tenere presente che il decreto 178, dell’allora governo Monti, riguardante la privatizzazione della CRI, e, di conseguenza, la “smilitarizzazione” del Corpo Militare: il Governo sta valutando varie ipotesi, compresa la compatibilità con le Forze Armate, sempre salvaguardando, però, il personale.
In occasione dei 150 anni della Croce Rossa la mostra rischia di essere una celebrazione “in memoriam” del Corpo Militare. Un decreto sarà in grado di far scomparire un tale patrimonio di conoscenze, esperienze e dedizione di decine di migliaia di volontari, per un esiguo risparmio di cassa?
La Croce Rossa nacque sui campi di battaglia ed il Corpo Militare ne fu il nucleo fondante. Dovrà allora essere sacrificato sul gelido terreno della finanza?
Ernesto Marconi
AGR – Redazione:
E. Giuffrida
A. Giorgini